Il Terzo Occhio: viaggio alla ricerca della consapevolezza

Definire Il Terzo Occhio non è sicuramente semplice. Quello che è certo è che si tratta di un romanzo meraviglioso che aiuta il lettore non solo a compiere un viaggio insieme al protagonista (e autore) della storia ma, allo stesso tempo, gli permette di compiere un viaggio interiore alla ricerca delle sue risposte.

Volendo definirlo in maniera più tecnica possiamo dire che Il Terzo Occhio è un romanzo autobiografico che racconta le vicende di T. Lobsang Rampa e della sua vita, dall’infanzia all’ingresso in un monastero buddista fino alle situazioni che caratterizzeranno la sua crescita.

Come romanzo mi ha ricordato, anche se in contesti differenti, il libro Come una notte a Bali.

Ma cerchiamo di capire meglio di cosa parla questo romanzo e se può essere la tua prossima scelta.

Trama

La prima cosa dalla quale vorrei partire per questo Il Terzo Occhio è naturalmente la trama. Come detto si parla di un romanzo autobiografico nel quale T. Lobsang Rampa racconta la sua vita dall’età infantile (6-7 anni) fino al suo ingresso nel monastero buddista come apprendista e tutte le vicende incredibili che caratterizzeranno la sua esistenza.

La storia è condita inoltre da tantissime spiegazioni e rappresentazioni di quella che è la cultura tibetana, le loro credenze e tradizioni.

A tutti gli effetti si compie un viaggio insieme all’autore alla scoperta di quelle che sono credenze millenarie che, per noi occidentali, risultano in alcuni casi davvero incredibili. Lobsang compie infatti una crescita molto più rapida rispetto agli altri ragazzi del monastero.

Lui è un “incarnato”, una persona con caratteristiche molto particolari che gli donano poteri superiori rispetto agli altri. Il suo Terzo Occhio è molto più sviluppato e questo gli permette di vedere le aure delle altre persone e di comprenderne l’umore, lo stato fisico e la personalità.

La premessa che lo stesso autore fa all’inizio del romanzo è che le cose che lui va a raccontare sono in tutto e per tutto vere, poi sta al lettore decidere se crederci o meno.

Nel corso della storia Lobsang avrà anche l’occasione di visitare altri monasteri buddisti per interfacciarsi e confrontarsi con altri monaci. Conoscerà nel corso di questa sua avventura tantissime persone tra le quali addirittura il Dalai Lama il quale, con la sua incredibile spiritualità e saggezza, saprà donargli molto di più di quanto creda.

Stile di scrittura

Passiamo ad un altro punto cardine quando c’è da giudicare un romanzo: lo stile di scrittura. Per quanto riguarda Il Terzo Occhio devo dire che parliamo a mio avviso di uno stile di scrittura sicuramente ricercato ma che comunque risulta semplice.

La lettura infatti non è ostica ma abbastanza scorrevole. La scrittura alterna fasi di progressione del protagonista, condite da dialoghi e azioni da lui compiute, a fasi nelle quali c’è pura descrizione di luoghi, paesaggi ma anche delle usanze tibetane.

Proprio riguardo queste ultime devo dire che l’autore ha compiuto a mio avviso un lavoro straordinario in quanto cerca di introdurre il più possibile il lettore occidentale a quelle che sono le credenze e le abitudini del Tibet.

In più di un’occasione infatti Lobsang ci ricorda che non esiste magari un termine inglese o latino per indicare una determinata parola o che alcune erbe medicinali da loro utilizzate non sono addirittura ancora state scoperte in occidente e, proprio per questo, non hanno ancora una denominazione da noi comprensibile.

Il tutto contribuisce a rendere l’atmosfera di questo romanzo ancora più suggestiva e penetrante. Anche gli aggettivi e i termini utilizzati sembrano essere stati scelti a pennello in quanto aiutano il lettore ad immergersi completamente all’interno del racconto assaporando, vedendo ed ascoltando le stesse cose del protagonista.

A chi consiglio questo libro?

Il Terzo Occhio è a mio avviso un romanzo adatto ad una specifica fetta di pubblico. Di sicuro non stiamo parlando di un libro da prendere alla leggera o di una lettura adatta a tutti.

Parliamo per quanto mi riguarda di un romanzo perfetto per tutti coloro che sono alla ricerca di maggiori informazioni sul mondo tibetano, buddista e in generale per chi voglia scoprire le tradizioni e le usanze di questo popolo così lontano da noi.

Il libro inoltre permette secondo me anche di compiere un vero e proprio viaggio spirituale. In più di un’occasione infatti l’autore compie delle ampie riflessioni riguardo temi come la vita, la morte, la felicità e tanto altro ancora.

Spesso sono evidenziate le differenze con il mondo occidentale e concetti che per i monaci protagonisti e Lobsang appaiono così naturali risultano essere per noi qualcosa di assolutamente lontano.

Se sei quindi alla ricerca di un romanzo che possa in qualche modo catapultarti letteralmente dall’altra parte del mondo, a migliaia di metri di altitudine, tra monaci buddisti, templi, meditazione e spiritualità, Il Terzo Occhio può realmente fare al caso tuo.

Come sempre naturalmente se leggerai o hai già letto questo romanzo di invito a lasciarmi un commento e a dirmi cosa ne pensi.

Buona lettura, Federico.

Pubblicato da Federico Capuano

Copywriter, scrittore e sognatore. Quando non lavoro al computer o al mio romanzo amo immergermi in nuovi mondi ed avventure che solo i libri possono regalare.

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